Condividi:

Sono accuse pesanti quelle mosse a vario titolo a cinque persone, raggiunte da un provvedimento di perquisizione della Procura di Biella nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza su un presunto sistema di caporalato in cantieri pubblici.

Le ipotesi di reato contestate includono lo sfruttamento di lavoratori stranieri, lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme di sicurezza e subappalti irregolari. L’indagine è scaturita dalla denuncia di un grave infortunio occorso a un operaio presso il cantiere della diga dell’Ingagna di Mongrando, nel Biellese.

L’operazione, che testimonia la vastità della rete scoperta, ha visto l’impiego di circa sessanta militari che hanno eseguito ben diciannove perquisizioni simultanee. Le ricerche di ulteriori prove sono state effettuate in case, imprese e cantieri edili distribuiti in otto regioni italiane: Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria.

Tutti gli articoli